Due tipologie di conoscenza: 

Hume sostiene inoltre che vi sono anche idee complesse nate dall'unione di due o più idee semplici. 
 Per il filosofo vi è una relazione tra idee perché si ottengono derivando un'idea dall'altra  senza bisogno di ricorrere all'esperienza. 
 Vi sono però conoscenze che derivano dalla relazione tra dati di fatto, come la convinzione che domani il sole sorgerà. 
Dalle idee complesse quindi si garantisce una conoscenza certa quando derivano da pure relazioni tra idee. Una conoscenza probabile invece si ha quando derivano da relazione tra dati di fatto le quali implicano il principio di casualità che deriva da una tendenza soggettiva a cogliere una connessione necessaria tra due eventi successivi e contigui. 

L'argomentazione humiana si basa sui seguenti punti:
→l'esperienza attesta la contiguità di due eventi
→ l'immaginazione porta a credere che il rapporto sia necessario e che nel futuro i due eventi saranno collegati 
→tale legame però esiste solo nella nostra mente e lega un fenomeno A ad un altro B
→ la relazione causa-effetto non è necessaria né soggettiva. 


 Per il filosofo è solo la forza dell'abitudine che ci porta a ritenere che il mondo fisico sia retto da principi universali. Essa spiega il collegamento tra gli eventi ma non la loro connessione. 
 Dall'abitudine nasce a credenza che non è un atto dell'intelletto, ma un sentimento naturale, Agiamo quindi sulla base di credenze, ma non possediamo certezze.  

Collegato al pensiero di Locke, Hume fa una distinzione tra sostanza materiale e spirituale. 
Per la prima la nostra mente percepisce soltanto le impressioni di singole qualità delle cose. Per quelle spirituale Hume si chiede da cosa nasca "l'io". In sostanza è ciò che dà unità e ordine alle sensazioni. Quello che noi definiamo noi stessi svanisce, l'io non ha una consistenza e infatti ne è una prova che quando  la morte fa svanire tutte le percezioni di questa entità non rimane nulla. 

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