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Visualizzazione dei post da aprile, 2019
  L'assenza di  certezze e la sua prospettiva etica: Per Hume noi non possiamo essere certi di nulla eccetto che delle verità matematiche. Tutto il resto è un dubbio e resta tutto in una probabilità . Sostiene inoltre che per quanto non si possa pretendere una certezza assoluta, esse sono affidabili. Hume opera una distinzione tra le sfera dell'essere e quella del dover essere. Per lui è sbagliato pretendere di poter dedurre dal piano descrittivo a quello prescrittivo. Infatti egli sostiene che il bene e il male non si possono stabilire con procedimenti razionale, ma tramite dei principi empirici. Ammette un'esistenza di un senso morale che è presente in tutti gli uomini e che li orienta verso il bene. Pertanto per Hume l'etica si fonda su criteri empirici e sul senso morale infatti bisogna tenere distinti il piano dell'essere e quello del dover essere. Infine concludendo il primo libro del Trattato sulla natura umana, Hume è confuso e si giunge alla conc
Due tipologie di conoscenza:  Hume sostiene inoltre che vi sono anche idee complesse nate dall'unione di due o più idee semplici.   Per il filosofo vi è una relazione tra idee perché si ottengono derivando un'idea dall'altra  senza bisogno di ricorrere all'esperienza.   Vi sono però conoscenze che derivano dalla relazione tra dati di fatto, come la convinzione che domani il sole sorgerà.  Dalle idee complesse quindi si garantisce una conoscenza certa quando derivano da pure relazioni tra idee. Una conoscenza probabile invece si ha quando derivano da relazione tra dati di fatto le quali implicano il principio di casualità che deriva da una tendenza soggettiva a cogliere una connessione necessaria tra due eventi successivi e contigui.  L'argomentazione humiana si basa sui seguenti punti: →l'esperienza attesta la contiguità di due eventi → l'immaginazione porta a credere che il rapporto sia necessario e che nel futuro i due eventi saranno collegati 
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                                                           Hume:   Hume analizza la conoscenza umana. e sostiene che l'unica sua  fonte sono le percezioni che si distinguono in: → impressioni che sono percezioni attuali. →idee che sono immagini modificate delle impressioni  Esse sono frutto delle medesime percezioni però in tempi diversi.  Ne deriva quindi che tutte le idee devono essere ricondotte alle loro impressioni originarie nella loro attualità.  Secondo Hume la memoria e immaginazione consentono di conservare le impressioni e collegare le idee. Tuttavia però la mente non è totalmente libera perché procede secco il principio di associazione che Hume definisce una dolce forza che si impone, ed è la causa per cui le lingua hanno corrispondenza  tra loro.   Esso opera secondo tre criteri: → somiglianza  → contiguità  → relazione di causa ed effetto  Siamo portati grazie ad essi ad associare idee simili. 
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                                                      Berkeley: I principi fondamentali della sua dottrina sono esposti nelle sue più grandi opere → Trattato sui principi della conoscenza umana → I dialoghi tra Hylas e Philonous                                                     ↓                    Vi è una contrapposizione: da un lato le tesi dei materialisti                      e dall'altro le tesi degli spiritualisti. →Hylas rappresenta la visione dei materialisti infatti sostiene che le cose è necessario he esistano in una realtà esterna. →Philonous rappresenta la posizione di Berkeley e sostiene che non si può pensare a qualcosa di esterno  perché nello stesso momento questo contenuto diventa un'idea della mente. Berkely sostiene inoltre non c'è differenza tra qualità primarie e qualità secondarie e che inoltre abbiamo esperienza solo di idee soggettive e ciò porta a :                                                 ↓                          
La concezione dello stato di natura e del contratto sociale a confronto:  Spinoza: Sosteneva che nello stato di natura gli uomini hanno il diritto illimitato e si fanno valere in base al potere che possiedono. Quest'ultimi per sopravvivere devono unirsi ad una comunità politica dove vi si può trovare maggiore potenza. Hobbes: Nello stato di natura vige il diritto di tutti su tutto ed esso determina uno stato di guerra di tutti gli umani contro tutti. Inoltre per evitare il conflitto e il rischio di estinzione devono stipulare un patto di unione dove rinunciano al proprio diritto naturale.  L accordo produrrà un patto di sottomissione dove il potere di ognuno si cede ad un sovrano assoluto. Locke: Per lui vige il diritto di tutti su tutto, ma regolato da una legge di natura di tipo razionale che non danneggia gli altri.  Gli uomini stipulano un patto di unione con cui si costituisce una società civile. Questo accordo è distinto dal patto di sottomissione con il quale si affid
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Locke affermava che le idee non sono innate, ma derivano dall’esperienza che in particolare è l’esperienza esterna dove provengono le idee di sensazione. L’altra è un’esperienza interna dove provengono le idee di riflessione. Da ciò infatti la mente è priva di contenuti ed è per questo che viene considerata un foglio bianco che acquisisce le conoscenze grazie alle esperienze della vita. Egli distingue le idee semplici che sono quindi le idee della sensazione e della riflessione falls idee complesse. Le prime derivano dalle esperienze elementari e sono certe, le seconde invece provengono dall’elaborazione delle idee semplici e essa a sua volta si distinguono in: • Idee di modi: non sussistono di per sé ma sono in relazione ad una sostanza. Non possiedono un’esistenza autonoma. • Idee di sostanze: sono riferite ad un qualcosa di esistente in sé. Si riferiscono ad entità particolari considerate distinte e susstistenti per se stesse e possono tratte in inganno secondo Locke. • Id
Locke nacque a Wrington nel 1632, studiò all’Università di Oxford e rimase poi lì ad insegnare  greco e retorica . Visse in uno dei periodi più turbolenti della storia inglese, quello delle due  rivoluzioni  che portarono alla fine della monarchia assoluta nel paese e all’instaurazione di una monarchia parlamentare.  Locke  fu da subito interessato alla  politica   e ciò gli comportò non pochi problemi. Si occupò oltre che di filosofia anche di medicina e, pur non conseguendo mai la laurea, esercitò la professione. Ma, si dice, con scarsi risultati.    Dopo aver trascorso quattro anni in   Francia   e essersi recato in  esilio volontario   in Olanda,   Locke   fu tra i più strenui sostenitori della spedizione, chiamata “ gloriosa rivoluzione ”, che portò al potere Guglielmo d’Orange (il governatore d’Olanda) e all’instaurazione del nuovo regime liberale.  Tornato in  Inghilterra ,  Locke  ricevette fama e onori in quanto impersonava l’ intellettuale  e il teorico del nuovo sistema p