Nella Critica della ragion pratica:

Si afferma che la ragion coincide con la volontà che è la facoltà che permette di agire sulla base di principi normativi cioè di regole razionaliZ Kant riconosce che ci sono due tipi di principi:
Le massime e gli imperativi.

Le prime sono prescrizioni di carattere soggettivo le seconde di carattere oggettivo.
Esse si distinguono a loro volta in imperativi ipotetici e categorici.
Ipotetico ha la forma del “se...” e prescrive un’azione in vista del raggiungimento di un fine determinato.
Il categorico é incondizionato e comanda un’azione a prescindere dal fine o dagli effetti.
Su questo si fonda la moralità che per Kant deve essere libera ad autonoma rispetto alla situazione dell’esperienza e pertanto incondizionata e universale.

L’azione è morale quando è compiuta solo in vista e per rispetto del dovere e soddisfa il principio di universalizzazione ampliato attraverso le tre formulazione dell’imperativo categorico:

La massima di ub’azione può valere come principio morale solo se è universalizzabime cioè esteso all’uomo.

L’uomo non può essere mai trattato come mezzo per il nostro egoismo e i nostri desideri.

La volontà obbedisce solo a se stessa.

Nella moralità si eleva l’uomo al di sopra del sensibile e delle leggi della natura su di essa di fonda la religione infatti le principali dottrine religiose sono trattati della ragion pratica cioè che l’esisenza Di Dio garantisce la possibilità del sommo bene e l’immortakita dell’anima garantisce la realizzazione del sommo bene.

Commenti

Post popolari in questo blog